“Azzardo Palace” è il nuovo Ep, di SVD per Capitol Records

AZZARDO PALACE è il titolo dell’Ep di SVD, disponibile da venerdì 29 marzo per Capitol Records Italy/Universal Music Italia. Contiene il nuovo singolo focus “Due di picche”.

Il nuovo Ep della giovane cantautrice romana racchiude tutte le stanze sentimentali varcate negli ultimi anni. È un palazzo costruito su emozioni contrastanti, fatto di passaggi segreti e di ambienti misteriosi che evocano tutti un tema in comune: l’azzardo, il rischio che si nasconde dietro ogni decisione (non) presa.
In “AZZARDO PALACE”, SVD racchiude ogni suo traguardo, raggiunto grazie a una continua sfida e messa in discussione di se stessa. In fin dei conti, è solo attraverso una serie di azzardi che si plasma una persona responsabile. E che si cresce.

Nella focus track “Due di picche”, SVD decide di mettersi a nudo e rischiare tutto, mostrando tutte le sue fragilità. Il processo di genesi del testo è stato un viaggio catartico, durante il quale è riuscita finalmente ad aprire gli occhi sulla vera natura del proprio percorso, scoprendo come la scelta stessa di intraprendere la carriera artistica sia stata una scommessa azzardata:

“’Due di picche’ è la puzza sotto al naso, i conti che non tornano nonostante tutto sembri andare a gonfie vele. È più di una storia, è una sfida autoimposta dal sapore dolce amaro per capire dove sta la vera fregatura.”

“AZZARDO PALACE” e la sua focus track “Due di picche” rappresentano un capitolo importante nel percorso di SVD, alla costante ricerca di self-improvement e di nuove forme di espressione: la scrittura in primis, diretta e senza filtri, fatta di analogie evocative e immagini vivide che accostano temi generazionali a riflessioni sul tema della complessità della crescita personale e artistica, è una testimonianza della sua incessante evoluzione.

TRACKLIST

  1. Due di picche
  2. Honda
  3. Montgomery
  4. Mina e Celentano
  5. Libertà di Parola
  6. Martina
  7. Pomegrigio

SVD
Sono un libro aperto, quasi una storia splatter. Se c’è da dire una parolaccia la dico.
Mi annoia parlare di me, non ci so stare al centro dell’attenzione, perché anche se credo poco allo zodiaco sono un leone, e giuro che mi ci mettono gli altri, al centro. Stare al centro quando si è diversi non è bello.
Scegliere il neutro. Nessun riconoscimento è meglio. Non verificarsi.
Ora sono felice, perché nella tristezza ci si tuffa, e poi se ne esce.
E li capisci cosa ti fa star bene. Ne esci per scelta, mica a caso.
Quando ho capito che ero triste fino al collo ho deciso di scrivere poesie. Ho scritto un testo argomentativo sui sogni, uno scarabocchio narrativo che ha fatto piangere mia madre. Era malessere, volevo capire cosa mi faceva stare bene e male. Stare male non poteva essere vergogna. Forse poteva diventare altro, tipo musica. Per capirsi bisogna affrontarsi anche nel male. Ci sono sempre il bene e il male. Vanno e vengono.
Il mio nome è una fase, è un nascere e morire e rinascere e morire senza punti fissi.
Io inizio a Roma Svd con la musica. Sono a volte molto svd, se vuoi leggerla come sad.

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