Ciaran Lavery, il nuovo disco dell’artista irlandese in arrivo il 15 novembre (Nettwerk)

Nonostante il titolo, il quinto album di Ciaran Lavery è un mondo strano e teso, di certo non adatto ai deboli di cuore. E’, a detto dello stesso artista il suo “disco dell’apocalisse”, in cui si riversa tutta la sua paranoia, l’inganno, il conflitto e la disperazione, che si infrangono come un’onda di marea sulle nostre vite, creando le premesse per una battaglia all’insegna della sopravvivenza e della riconnessione con il proprio sé. 

Solo nell’oscurità, sembra dire Lavery, siamo in grado di trovarci faccia a faccia con il nostro vero sé. Solo nell’oscurità troveremo la verità.

Con questa premessa, il disco con ‘Oh My God (No, Your God)‘ si tuffa in questioni di fede, storia e divisioni, in un pantano di bassi borbottanti ed inquietanti armonie corali, arricchite dalla voce eterea della cantante irlandese Morgana. Il brano esplora come, nell’Irlanda del Nord, le convinzioni che si ereditano dai propri antenati spesso portino a giudizi ottusi. 

Nato e cresciuto nel piccolo villaggio di Aghagallon, nella contea di Antrim, Lavery ha ricevuto elogi da parte della BBC, The Telegraph e The Independent, oltre ad alcuni primi,, fuorvianti paragoni con Damien Rice (l’eterna maledizione del cantante-cantautore irlandese). Nel corso degli anni, la sua avversione per i riflettori non ha ostacolato la sua evoluzione artistica: si consideri lo straordinario salto dal suo debutto del 2013 con ‘Not Nearly Dark‘ a ‘Sea Legs‘ del 2015, una collaborazione con il pioniere dell’elettronica Ryan Vail, fino al secondo sorprendente album del 2016, ‘Let Bad In’.

In modo accidentale e curioso, Ciaran Lavery ha scritto tutte le 11 tracce di ‘Light Entertainment’ in due settimane, occupandosi anche della registrazione con gli amici Danny Ball e Dan Byrne-McCullough. Il suo album precedente, ‘Plz Stay‘ del 2020, ha lanciato un manifesto di brutale onestà, con canzoni sorprendentemente sincere, tra cui la devastante ‘Can I Begin Again’

Ora che si trova in una nuova fase della vita, in una casa a East Belfast che condivide con la sua compagna, Lavery ha sentito il bisogno di rivolgere lo sguardo verso l’esterno. “E’ stato un processo interessante perchè ero, e mi sento ancora, a disagio all’idea che i musicisti usino le loro piattaforme come una soapbox, ma ho dei nipoti e penso al mondo che stiamo lasciando loro. Che tipo di futuro avranno? La storia finirà col ripetersi?” afferma Lavery, le cui risposte arrivano direttamente in canzoni come l’inquietante ‘Everything Considered’, una riflessione sui comportamenti ripetuti a cui ci rivolgiamo come meccanismo di coping. Vecchie abitudini per intorpidire i nostri sentimenti di impotenza. Come spiega: “viviamo in un’epoca in cui la vanità e l’idea di autostima non sono mai state così pronunciate, anche se ci manca il controllo sulle decisioni che ci frustrano maggiormente”. I volti possono cambiare, ma gli errori rimangono gli stessi, come un deja-vu da incubo. 

‘Light Entertainment‘ è accompagnato da uno straordinario cortometraggio diretto da Shaun Doogan e Ciaran McCann, che segue Lavery attraverso una sequenza di scenari sempre più surreali ed ispirati ai classici film noir e ai film indipendenti degli anni Duemila.

Il corto rappresenta, in modo surreale, ciò che Lavery racchiude nell’album.

Inondato da una cupa luce rossa, l’artista viaggia nella notte mentre un telefono squilla senza risposta, tra misteriosi viaggiatori che tremolano e scompaiono, mentre racconta un distratto monologo interiore. Circondato da pezzi di carta spiegazzati e strappati, Lavery cerca freneticamente la canzone di successo che lo renderà famoso. L’artista irlandese Daniel O’Donnell, tesoro nazionale, interpretando una versione fantasmagorica di sé stesso, invita Lavery in una terra apparentemente felice. Ma questa terra è reale o è solo un’imitazione in cui la realtà è stata spazzata via? 

Il cortometraggio riflette ciò che Lavery racchiude anche nell’album, come un flusso costante di informazioni, disinformazione, notizie, social media, immagini e video che lasciano in uno stato sopraffatto. Come affrontare tutto questo se non cercando di alleggerirlo con un po’ di distrazione? “Vino rosso, sigarette, cassette di Ted Bundy” canta Lavery in un fragile sussurro. “Un elenco di tre cose che mi hanno aiutato oggi”.

Le note del pianoforte arrivano con una finalità devastante: siamo fuori dal tempo. La società siede accasciata su una poltrona rotta, circondata da un mucchio di rifiuti in continua crescita. “Cerco una distrazione facile e veloce per alleggerire il mio umore, poi mi sento in colpa per non impegnarmi con la cosa con cui dovrei impegnarmi” canta Lavery in ‘Ted Bundy Tapes’.

I sensi di colpa traspaiono anche in ‘Ctrl, Alt, Del’, in duo con la brillante Liz Lawrence: dietro la leggerezza del loro sarcasmo c’è una palpabile disperazione per l’impotenza che proviamo, guardando la devastazione portata dalla classe dominante. La successiva ‘Heart Malaise’ evoca strumenti onirici su cui Lavery canta con incertezza, tra archi che lo trascinano alla deriva, mentre la sua voce distante chiama da tutto l’universo. “Questo brano è stato scritto quando ho capito che, con l’età, ogni evento orribile che accade nel mondo mi rimane attaccato come l’asfalto. Non riesco più a scrollarmi di dosso nulla di tutto ciò e il cuore è pesante” afferma.

Come i suoi predecessori, anche ‘Light Entertainment’ ha una vena sotterranea che impedisce all’artista di impantanarsi nella sua stessa oscurità. Pochi musicisti sono così consapevoli di sé come Lavery, certamente deciso a non voler sembrare l’ennesimo predicatore pop. Con Joshua Burnside, collega nativo di Belfast, valuta il suo atteggiamento nei confronti dell’industria musicale tradizionale e si chiede se troverà mai il suo posto in “un mondo spesso brutale e insensibile” sulle note di ‘We’re Looking For a Hit‘.

‘Designed For Disaster‘ accoglie come una sfida le promesse che i politici elargiscono al pubblico come forma di banalità: “trovo che le persone che promettono troppo di solito cercano di vendere un prodotto o un’idea”, spiega. 

In chiusura, ‘The World Will Put Its Arms Around You’ aiuta l’ascoltatore a risalire in superficie, spinto da percussioni tremanti e vivaci note di pianoforte. 

Cantautore, musicista e pluripremiato artista con sede a Belfast, Ciaran Lavery ha pubblicato quattro album, raggiungendo oltre 150 milioni di streaming ad oggi. La sua musica ha ottenuto quattro nomination al NI Music Prize, vincendo nella categoria ‘Album of the Year’ nel 2016 con ‘Let Bad In‘. Nel corso degli anni ha ricevuto elogi da parte di importanti media musicali, da Clash a NME, The Independent, BBC etc. 

Stratificato ed intrigante, musicalmente sospeso tra armonie contagiose e trascinanti e testi non adatti ai deboli di cuore, ‘Light Entertainment’ è il quinto album di Ciaran Lavery, in arrivo il 15 novembre su etichetta Nettwerk Music Group.

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